23 settembre 2009

GURU DUTT



Date la mole di notizie e la complessità della sua figura artistica, ho preferito scomporre il testo dedicato a Guru Dutt nelle due sezioni, REGISTI e ATTORI, non solo per includerlo in entrambe le categorie ma anche per non scivolare nel caos a causa di salti temporali e sovrapposizioni di date. Per maggiori dettagli e informazioni biografiche, consultare  il profilo di Guru Dutt nella sezione REGISTI.

Guru Dutt aveva già diretto alcuni film di successo quando scelse di diventare lui stesso il volto dei suoi personaggi, e comparve da protagonista per la prima volta in Baaz, un film storico, seguito dal thriller Aar Paar.
Era l'epoca di Dilip Kumar, Raj Kapoor e Dev Anand, ma Guru Dutt si inserì in tempo record all'interno del quadro, elaborando un profilo da hero cinematografico ancora diverso. Le sue interpretazioni sono controllate quanto sofferte, ma Dutt può trasformarsi anche in attore brillante e sorprendere con umorismo e dinamicità. Assorto nei suoi pensieri, solo, turbato da preoccupazioni, oppure silenzioso seduttore, distante quanto accattivante, avvolto da un alone di mistero, sfiorato dalla luce, circondato dal buio.I suoi tanti volti compaiono in una filmografia breve ma interessante, e la sintonia spirituale e sentimentale con la compagna di scena Waheeda Rehman ha arricchito le performance di una passione autentica e non solo immaginata.
Dopo l'insuccesso di Kaagaz Ke Phool e il suo definitivo addio alla macchina da presa, Guru Dutt accettò di recitare nel film di Mohammed Sadiq Chaudvin ka chand,  consapevole che nella riuscita commerciale della pellicola giaceva l'ultima speranza di risollevare la sua casa di produzione dal fallimento.
Il film ebbe un enorme successo, e i nuovi fondi da investire vennero subito impiegati per un nuovo e più ambizioso progetto, Sahib Bibi aur Ghulam, pellicola girata da Abrar Alvi che riuniva un cast stellare e affiancava per la prima volta il nome di Meena Kumari a quello di Guru Dutt. Inoltre, come se non bastasse, contava anche sulla presenza di Waheeda Rehman. Meena Kumari, protagonista e fulcro del più grande successo della Guru Dutt Films, fu anche l'ultima co-star dell'attore in Sanjh Aur Savera poco prima della sua tragica scomparsa. In seguito alla sua morte, il ruolo in Bahren Phir Bhi Aayengi andò ad un giovane ma intraprendente Dharmendra, mentre Love and God di K. Asif (autore del kolossal Mughal-e-Azam) venne tenuto in sospeso per oltre vent'anni e finalmente completato nel 1986 con il volto di Sanjeev Kumar.


BEGINNER'S GUIDE TO GURU DUTT

- Waqt ne kiya kya hansee sitam – (Kaagaz Ke Phool)
- Babuji dheere chalna - (Aar Paar)
- Main kho gaya yahin kahin - (12 O'Clock)
- Udar tum Haseen - (Mr. & Mrs. 55)


FILMOGRAFIA COME ATTORE

24 agosto 2009

KAREENA KAPOOR



Milioni di persone la amano e probabilmente altrettanti non la sopportano. Perché niente riesce a creare più disaccordi di un discorso incentrato sull’attuale reginetta dei media: l’imprevedibile ed eccentrica Kareena Kapoor.
Conosciuta anche con il soprannome d’infanzia, Bebo, Kareena nasce a Mumbai il 21 settembre del 1980. Sua madre è Babita, una star degli anni ’60, e suo padre Randhir è figlio del leggendario attore, regista e produttore Raj Kapoor.
Pur appartenendo ad una delle famiglie più importanti dell’industria bollywoodiana, Kareena (e ancor di più la sorella Karisma) ha dovuto rimboccarsi le maniche prima di ottenere i primi risultati in campo professionale. La carriera delle due attrici fu ostacolata e per niente promossa dal clan dei Kapoor, piuttosto riluttante nei confronti delle aspirazioni artistiche dei suoi membri femminili.

Rifiutando un preannunciato blockbuster, Kaho Naa Pyaar Hai, Kareena decide di non debuttare in una sontuosa produzione quanto in un film minore, Refugee, di J.P. Dutta, al fianco del figlio di Amitabh Bachchan, Abhishek, anche lui alla prima esperienza cinematografica. Scatenando un bel temporale, la ragazza abbandonò in tronco il set del film di Rakesh Roshan dopo giorni e giorni di riprese, noncurante del fatto che la sua fuga costò ai produttori tempo e soprattutto denaro. Refugee ottenne una risposta moderata ma fu un validissimo biglietto da visita per entrambi gli aspiranti attori. Kareena mostrò da subito un’incredibile familiarità con la telecamera e si impose proponendo un inedito fascino acqua e sapone in un momento in cui trucchi eccessivi e costumi pesanti andavano per la maggiore.

Forse lei è nata superstar ancora prima di diventarlo, e anche se i suoi film si dimostravano flop niente poteva toglierle i riflettori di dosso: Kareena è avida d’attenzioni, autentica divoratrice della telecamera. Sfuggita l’occasione di Kaho Naa Pyaar Hai, era inevitabile che prima o poi la tanto attesa coppia Kareena–Hrithik dovesse essere ripescata e proposta in un film. Se ne incaricò il regista Subash Ghai che li volle protagonisti del suo dramma familiare, Yadeein, discreto successo al botteghino ma acclamatissimo dalla critica, e che iniziò ad inquadrare Kareena come un’attrice già degna di competere con le veterane.

Il 2001 fu poi un anno ricco di sorprese. Nel sensazionale film epico Asoka, Kareena interpretò Kaurwaki, principessa fuggiasca di naturale verve e bellezza. Il successo internazionale di Kabhi Khushi Kabhie Gham le fece piovere addosso decine di nuovi contratti, ma non tutti i progetti portarono i risultati sperati. Stuzzicati da probabili guadagni, molti registi pensarono a lei solo per ruoli cloni a quello del memorabile personaggio di Pooja nel film di Karan Johar, e le sue perfomance cominciarono ad essere piatte e ripetitive. Film come Mujhse Dosti Karoge!, Jeena Sirf Mere Liye, Main Prem Ki Diwaani Hoon, e Khushi crollarono al box office uno dopo l’altro.

I suoi attriti con Bipasha Basu durante le riprese del thriller di Abbas-Mustan Ajnabee e le sue frequenti antipatie iniziarono a far versare sempre più inchiostro, e, per circa due anni, la mancanza di successi al botteghino continuò a compromettere seriamente la sua immagine. Più tardi Kareena si renderà famosa anche per una lunga lista di ruoli rifiutati: tra i “no” più clamorosi quelli pronunciati per il ruolo di Naina in Kal Ho Naa Ho (andato poi a Preity Zinta) e per quello di Lalita in Matrimoni e pregiudizi / Bride and Prejudice (portato avanti da Aishwarya Rai). Il periodo negativo finisce, e dal 2004 in poi Kareena reinventa se stessa attraverso progetti nuovissimi e inaspettati. Capace di spaziare dalla commedia (Hulchul, girato da Priyadarshan) al drammatico (ottima la performance in Omkara di Vishal Bhardwaj) al noir (il thriller commerciale Fida) passando per un difficile e azzardato film di nicchia, e sto parlando del suggestivo Chameli di Sudhir Mishra. Piovono conferme e lodi: privata dell’elastico che le legava le caviglie a soli ruoli da liceale viziata, Kareena dà prova di essere un’attrice matura e versatile.
La tanto chiacchierata love story con il suo compagno di scena Shahid Kapoor si spezza poco prima del lancio del film di successo Jab we met. Contemporaneamente lei esce allo scoperto con la nuova fiamma, l’attore Saif Ali Khan, dal quale si fa consegnare la sua prima statuetta come Miglior Attrice Protagonista ai Filmfare Awards del 2007, vinta proprio grazie alla sua performance nel film di Imtiaz Ali che la vedeva a fianco del suo ex.

Trasformata da una dieta ferrea la ragazza rinuncia alle sue curve generose; dicendo addio alla morbida e avvenente Kareena dell’item song "Yeh Mera Dil" (Don) incontriamo la magrissima Kareena di Tashan. I giornali la assalgono e non digeriscono la sua improvvisa “Size Zero” avanzando le ipotesi di anoressia. L’attrice non sembra curarsi troppo dei gossip né delle indiscrezioni, e il suo volto continua a tappezzare gran parte delle prime pagine delle riviste in uscita in edicola. Più in carne e sempre bellissima, oggi Kareena è un’autentica icona fashion oltre che una delle attrici più pagate e richieste del momento.
Il 2009 si è rivelato un anno impegnatissimo e diviso tra alti e bassi. La sua eccellente performance in Kurbaan avrebbe dovuto regalarle maggiori riconoscimenti, ma così non è stato. Il film stesso avrebbe dovuto catturare maggiore attenzione, e invece ha naufragato ponendo la Dharma Production di Karan Johar davanti ad un primo vero flop (purtroppo lo stesso avverrà nel 2010, e sempre con un film interpretato da Kareena, We Are Family, remake dell'americano Stepmom). Neanche l'interessante Main Aurr Mrs. Khanna è riuscito a sfondare, messo all'angolo dalla piatta commedia All The Best, vincitrice della sfida di Diwali. Se l'attrice ha potuto riprendere fiato e consolarsi è stato grazie all'esplosione del film 3 Idiots: sulla scia del travolgente successo di Rajkumar Hirani, Kareena ha finalmente chiuso in bellezza un anno iniziato nel peggiore dei modi che le ha portato solo immeritati cattivi esiti. Fresca, distratta, autoironica e struccata, Pia è un personaggio irresistibile, la sua spontaneità e bravura sono riuscite a tenere testa anche al perfezionista Aamir Khan che ha manifestato in più di un'occasione il suo interesse a lavorare nuovamente con lei.

Dopo una genesi alquanto burrascosa la scorsa estate è stato distribuito Milenge Milenge, film di Satish Kaushik ispirato all'hollywoodiano Serendipity, nel limbo per anni e congelato dopo la rottura del fidanzamento tra Kareena e Shahid Kapoor. Milenge Milenge, impolverato e di qualità scadente, rinnegato dagli stessi attori (che hanno preferito non muovere un dito per pubblicizzarlo),  è crollato senza alcuna possibilità di salvezza. Il peperoncino Kapoor non perde certo tempo a piangere per le delusioni: ha al suo fianco l'affascinante compagno Saif Ali Khan (con il quale sta girando in Europa Agent Vinod) e in cantiere una manciata di progetti interessanti, tra cui il ruolo da protagonista nel prossimo film con Shahrukh Khan, Ra.One, mentre la commedia Golmaal 3 sta incassando alla grande...
Bebo non perde la calma in nessuna situazione e risorge anche dalle amarezze più sgradevoli. Il pubblico continuerà ad adorarla o la criticherà. L'unica certezza è che non smetteremo, sempre e comunque, di sentir parlare di lei.


BEGINNER'S GUIDE TO KAREENA: qualche canzone dai suoi film

- "Zoobi Doobi" - (3 Idiots)
- "Bole Chudiyan" - (Kabhi Khushi Kabhie Gham)
- "Bhaage re mann" - (Chameli)
- "Yeh Ishq Hai" - (Jab we met)
- "Naina Thag Lenge" - (Omkara)
- "Chaliya" - (Tashan)
- "Yeh Mera Dil" - (Don)
- "San Sanana" - (Asoka)


FILMOGRAFIA COMPLETA:


16 giugno 2009

MEENA KUMARI




Mahajabeen Bano debuttò ancora bambina come Baby Meena per trasformarsi, negli anni a venire, in una splendida attrice dotata di grazia, bellezza, tecnica ed espressione. Scelta da Vijay Bhatt come protagonista del suo nuovo film, Baiju Bawra, cambiò presto il nome in Meena Kumari.

Iniziò a recitare precocemente per risolvere i problemi economici della famiglia. Poetessa ed eccellente ballerina, perfetta fusione di bellezza e talento, dalla voce enigmatica e dai lineamenti delicati, Meena trafisse con una lancia il cuore degli spettatori, sempre più abituati a ricercare nelle attrici non solo la perfezione fisica ma anche la completezza artistica e un fascino senza freni. La malinconia racchiusa nei suoi occhi e la tristezza misteriosa che regalò a molti dei suoi personaggi le fecero attribuire il titolo di "Tragedy Queen" del cinema indiano. La voce sofferta e la sua impenetrabilità l’hanno trasformata in un affascinante enigma ancora insoluto.

Ma chi era veramente Meena Kumari?

Difficile trovare informazioni sufficienti sulla sua vita. Vittima di una tragica dipendenza dall’alcolismo, iniziò lentamente la sua autodistruzione. Così come Chote Bahu, in Sahib Bibi Aur Ghulam, l’attrice seguì passo passo il destino del suo personaggio arrivando a fondere la vita privata con la finzione cinematografica. Sposò il regista Kamal Amrohi, che la diresse nel capolavoro Pakeezah, dal quale divorziò nel 1964.

Appassionata di poesia e ottima scrittrice, raccolse vari componimenti che furono pubblicati da Gulzar dopo la sua morte, avvenuta nel 1972 contemporaneamente all’uscita nelle sale di Pakeezah, il suo film migliore, che Meena continuò a girare nell’arco di quattordici anni.

Incantevole la sua special appearance in Do Bigha Zamin di Bimal Roy, in veste di una dolcissima madre che addormenta la sua piccola, mentre la protagonista, Nirupa Roy, resta fuori dalla porta incantata ad ascoltare. Ma la svolta più importante nella sua carriera fu Parineeta, l’evocativo ritratto di una donna dalle forti passioni, dolcemente drammatica, candidamente erotica.


Seppur coinvolta in alcune pellicole leggere e divertenti, il suo nome resta irrimediabilmente legato all’intensità drammatica dei suoi ruoli più famosi: la donna fedele e ferma nei suoi principi (Mein Chup Ke Rahungi, Sharada, Kaajal), l’angelica presenza che redime un bandito dai suoi crimini (Phool Aur Patthar), la madre dalle virtù gloriose (Ek Raasta, Mere Apne), la vittima della società, fisicamente e mentalmente devastata (Sahib Bibi Aur Ghulam, Ardhangini), la cortigiana che sogna l’amore (Chitralekha, Pakeezah), eccetera.

Nell'opposizione continua tra bellezza angelica, nostalgia e dolore, Meena Kumari è in grado di risvegliare sensazioni sempre contrastanti. E’ incantevole, perfetta, quasi mistica. La sua presenza è abbagliante, totale e stupisce scatenando emozioni forti (malgrado il suo aspetto così fragile) lasciando addosso una graffiante malinconia.

BEGINNER'S GUIDE TO MEENA KUMARI

- Chalte Chalte (Pakeezah)
- Dil Mein Baiji Pyar Ki (Kohinoor)
- Chaa Gaye Baadal Neel Gagan Par (Chitralekha)
- Ajeeb Daastan Hai (Dil Apna Aur Preet Parai)
- Piya Aiso Jiya Mein (Sahib Bibi Aur Ghulam)
- Mohe Bhool Gaya Saawarya (Baiju Bawra)

FILMOGRAFIA:

- PAKEEZAH (1972)
- GOMTI KE KINARE (1972)
- DUSHMUN (1971)
- MERE APNE (1971)
- JAWAB (1970)
- SAAT PHERE (1970)
- ABHILASHA (1968)
- BAHRON KI MANZIL (1968)
- BAHU BEGHUM (1967)
- CHANDAN KA PALNA (1967)
- MAJILI DIDI (1967)
- NOORJEHAN (1967)
- PHOOL AUR PATTHAR (1966)
- PINJRE KE PANCHI (1966)
- BHEEGI RAT (1965)
- JADUI ANGHOTI (1965)
- KAAJAL (1965)
- PURNIMA (1965)
- MAAIN BHI LADKI HOON (1964)
- BENAZIR (1964)
- CHITRALEKHA (1964)
- GAZAL (1964)
- SANJH AUR SAVERA (1964)
- AKELI MAT JAIYO (1964)
- DIL EK MANDIR (1963)
- KINARE KINARE (1963)
- AARTI (1962)
- MAIN CHUP RAHUNGI (1962)
- SAHIB BIBI AUR GHULAM (1962)
- BABI KI CHUDIYAN (1961)
- PYAAR KA SAAGAR (1961)
- ZINDAGI AUR KHWAB (1961)
- BAHAANA (1960)
- DIL APNA AUR PREET PARAI (1960)
- KOHINOOR (1960)
- ARDANGHINI (1960)
- CHAND (1959)
- CHAR DIL CHAR RAAHEIN (1959)
- CHIRAG KAHAAN ROSHNI KAHAN (1959)
- JAGIR (1959)
- MADHU (1959)
- SATTA BAZAR (1959)
- SHARARAT (1959)
- FARISHTA (1958)
- SAHARA (1958)
- SAVEERA (1958)
- YAHUDI (1958)
- MISS MARY (1957)
- SHARADA (1957)
- BHANDAN (1956)
- EK HI RASTA (1956)
- HALAKU (1956)
- MEM SAHIB (1956)
- NAYA ANDAZ (1956)
- SHATRANJ (1956)
- ADIL E JANGHIR (1955)
- AZAAD (1955)
- BANDISH (1955)
- RUKHSANA (1955)
- BAADBAN (1954)
- CHANDNI CHOWK (1954)
- ILZAM (1954)
- DAERA (1953)
- DAANA PAANI (1953)
- DO BIGHA ZAMIN (1953)
- FOOTPATH (1953)
- NAULAKA HAAR (1953)
- PARINEETA (1953) leggi la recensione
- ALADIN AUR JADUI CHIRAG (1952)
- BAIJU BAWRA (1952)

Tra i film che girò da bambina: Leatherface (1939) e Pooja (1940).

20 marzo 2009

AMITABH BACHCHAN




Non solo un grande attore, non solo un personaggio pubblico di risonanza mondiale, non solo una personalità fortissima e un talento senza uguali. Sarebbe riduttivo definirlo una star: Amitabh Bachchan è un dio. Anche tutti coloro che non si sono mai interessati all’India e tantomeno al suo cinema, anche coloro che non usano internet né leggono giornali, a meno che non abbiano scelto di ritirarsi sull’isola di Montecristo, almeno una volta nella vita avranno visto una foto di Big B. A dimostrare che la sua fama non ha confini, lo scioccante risultato di un sondaggio internazionale sul tema: “chi è il più grande attore di tutti i tempi”. Sapete quale nome è risultato al primo posto? Non Chaplin, non De Niro, non Bogart. Ma Amitabh Bachchan.
L’instancabile attore nella sua lunga e invidiabile carriera ha provato veramente di tutto: azione, commedia, love story, tragedia, film impegnati, film deliziosamente leggeri, una lista incredibilmente lunga di titoli. E’ stato giovane ribelle, coraggioso poliziotto, orgoglioso operaio, elegantissimo gangster, imperdonabile seduttore, marito fedele, amante frustrato, fantasma, figlio, padre, amico, nonno, eccetera. Ha saputo confrontarsi con tre generazioni di attrici, reinventandosi continuamente ed accettando anche personaggi secondari con l’umiltà che possiedono solo i grandi.
Le stesse fan che negli anni ’70 gli scrivevano lettere col sangue continuano a seguirlo oggi col cuore in gola, ma anche le attuali teenager lo trovano straordinariamente sexy e svengono al solo suono della sua voce calda e profonda. Gli uomini di qualsiasi estrazione sociale lo considerano un punto di riferimento, una presenza importante nella loro vita. Solo il pensiero di un suo ritiro dalle scene scatenerebbe una reazione di follia collettiva.Si può discutere per ore sullo status di un attore piuttosto che di un altro, ma Amitabh mette d’accordo tutti, nessuno riesce a scatenare un dubbio sulle sue sovrumane capacità, perché Big B è un orgoglio nazionale, è eclettico, perfetto, eccellente, è lui stesso l’emblema e la personificazione “Del” Cinema Indiano.

ONE MAN INDUSTRY

Amitabh nasce ad Allahabad l’11 ottobre del 1942. Il suo nome, quasi una profezia di uno scintillante futuro, significa: “la luce che è destinata a non spegnersi mai”. Il suo vero cognome tuttavia è Srivastava, Bachchan era il nome d’arte che il padre poeta utilizzava per firmare i suoi componimenti, ripreso dal figlio al suo debutto cinematografico e ormai trasformatosi in pura leggenda.

Difficile credere che il bellissimo aspirante attore sia stato inizialmente snobbato da registi e produttori perché troppo alto e sofisticato, poco adatto ai ruoli che avevano in mente. Al pubblico è bastato vederlo una volta in un film importante come Anand, per restare folgorato dalla sua presenza, e dopo lo stra-successo di Zanjeer nel 1973, la concorrenza maschile è completamente assoggettata; Bollywood si prepara a diventare l’industria cinematografica di un solo uomo, il cui nome è una parola magica: Amitabh Bachchan. Il 1973 è anche l’anno della sua unione con l’attrice Jaya Badhuri, dalla quale avrà due figli: Shweta e Abhishek. Impossibile leggere l’intera filmografia della star senza sentire un brivido correre lungo la schiena: si parla di una media di 7-8 film ogni anno, ruoli diversissimi e, malgrado l’essenzialità dei set cinematografici o una certa ripetitività nelle storie, l’attore riusciva a colmare da solo l’assenza di tutto il resto regalando performance a dir poco brillanti e sempre al di sopra della pellicola che si trovava ad interpretare. Dal dolce/amaro Milli al prorompente Deewaar, fino a Sholay, uno dei più grandi blockbuster della storia definito dalla BBC il Film del Millennio. Non ci sono limiti alla sua presenza, Amitabh lavora senza sosta e crea una nuova tipologia di eroe bollywoodiano, definito “Angry Young Man” (scopri cos’è nell'articolo dedicato agli Angry Years), coraggioso, bello, audace, ma turbato da un continuo desiderio di vendetta che lo corrode. Materializza nei suoi occhi inquieti i turbamenti e i desideri di ogni uomo, spingendolo a reagire, a rivendicare i propri diritti, creandosi un posto nella società.

Nel 1982, durante le riprese del film Coolie, l’attore subisce un pericoloso infortunio che mette in ginocchio un’intera nazione: ogni attività si paralizza nell’attesa di buone notizie e si costruisce perfino un tempio dove pregare ininterrottamente per la sua guarigione.
L’attore fortunatamente riesce a salvarsi e, nonostante la lenta ripresa, decide di portare a termine il film che stava per costargli la vita.  Il regista cambia totalmente la sceneggiatura: il suo personaggio, che sarebbe stato assassinato, nel nuovo finale deve sopravvivere, e la tanto famosa scena di lotta bruscamente interrotta sull’immagine dell’incidente quasi mortale assicura una pubblicità macabra quanto clamorosa. Quando nel 1983 Coolie esce nelle sale, l’eccezionale risposta del pubblico è un inno d’amore a Bachchan. La star riacquista le forze, il film diventa un super-hit.
Al suo fianco si susseguono le più belle eroine del tempo: non solo la meravigliosa moglie Jaya, sua co-star in molti titoli, ma anche Parveen Babi, Mumtaz, Bindu, Zeenat Aman, Sharmila Tagore, Neetu Singh, Hema Malini, tanto per citarne alcune. Indimenticabile la sua strana chimica con l’enigmatica Rekha: i gossip diffusero voci di una relazione clandestina, o forse era solo una trovata per promuovere il conturbante film Silsila sul tema dell’amore extraconiugale? Le ipotesi sono tante ma nessuno a parte loro conosce la verità.


AMITABH BACHCHAN OGGI

Per un breve periodo Amitabh lascia le scene e si dedica alla politica, scelta giudicata da tutti un errore madornale: ogni fan che si rispetti cerca di cancellarla dalla memoria. Il grande ritorno, a sorpresa, passa attraverso il piccolo schermo: conducendo lo show "Kaun Banega Krorepati?" / "Chi vuol esser milionario?" l'attore ritrova la popolarità e si ripropone nuovamente al pubblico anticipando i suoi nuovi progetti cinematografici.
Rientra nelle grandi produzioni come attore non protagonista, interpretando la figura dell’austero patriarca severo e solido nei suoi principi. Lo vediamo in questa nuova veste nei film Mohabbatein, Kabhi Kushi Kabhie Gham, o più rilassato e amichevole in Kyun Ho Gaya Na e Veer Zaara, commovente come non mai in Baghban.
Ma Bachchan ha energie da vendere, e affiancato dal talento visionario di S. L. Bhansali ci regala uno dei suoi ruoli più intensi di sempre, nello straordinario Black.
Rigenerato dai film giusti, torna ad imporsi come protagonista assoluto dello star system, nuovo padrino nei bellissimi Sarkar e Sarkar Raj, indecifrabile artista nel complesso The Last Lear, cuoco egocentrico nel particolare Cheeni Kum. Può abbandonare ogni inibizione accettando un film come Nishabd, prodotto di estrema qualità ma difficile e coraggioso; c’è una sola parola per definirlo: superlativo.
La più insaziabile star del firmamento nel 2010 riceve il suo quarto National Award per l'incredibile interpretazione nel film Paa, nel quale si cala nel ruolo di un bambino appena dodicenne proprio mentre si appresta a vacare la soglia dei 68 anni e rilancia la sua immagine da action hero più sexy che mai in Bbuddah Hoga Terra Baap. Amitabh può tutto, è tutto, lo spazio non è mai abbastanza per parlare di lui.


I REGISTI DELLA LEGGENDA

* Hrishikesh Mukherjee. Dei suoi film con Bachchan non se ne parla mai, o perlomeno mai abbastanza. Fu il primo a dare fiducia all’attore quando più ne aveva bisogno affidandogli, nonostante la giovane età, l’intenso ruolo del medico schivo che affianca Rajesh Khanna nel bellissimo Anand. La sensibilità e l’impegno sociale del regista trovarono in lui il mezzo ideale per raggiungere il grande pubblico e diffondere nuovi messaggi. La perfetta intesa Bachchan / Khanna si ripete in Namaak Haraam, uno di quei film che mi porterei non solo su un’isola deserta ma addirittura sulla luna. Altri film da non perdere: il confusionario e ironico Chupke Chupke e il più severo Abhimaan.

* Prakash Mehra (Zanjeer, Muqaddar ka sikander, Namak Halaal, Laawaris, Hera Pheri ) gli modellò perfettamente addosso il personaggio del giovane tormentato che può contare solo sulle sue forze e attende di veder realizzato un obiettivo o la vendetta. La stessa figura venne sottoposta a continue rielaborazioni creative.

* Yash Chopra alternò per Amitabh Bachchan l’evoluzione massima del personaggio creato da Mehra (Deewaar, Kaala Patthar ) a ruoli di poetico gentiluomo (Kabhie Kabhie) o fragile e appassionato amante (Silsila).

* Manmohan Desai . Il re dell’intrattenimento popolare crea per lui un successo dietro l’altro. Non perdetevi lo scanzonato Amar Akbar Anthony ma soprattutto Coolie.

* Ramesh Sippy. Regista dell’immortale capolavoro Sholay, seguito da Shakti e Shaan.

* Karan Johar. Hanno lavorato insieme solo una volta ma è stata sufficiente ad impostare un nuovo modello. L’autoritario e nobile padre padrone del film Kabhi Kushi Kabhie Gham non avrebbe potuto conoscere altri volti all’infuori di Bachchan. La sua voce profondissima, la sua irremovibile presenza sono già impresse nella memoria del pubblico, a lettere di fuoco.

* Ram Gopal Varma. Responsabile di una nuova e imprevedibile svolta nella sua carriera. Dalle controverse attrazioni di Nishabd agli intensissimi Sarkar e Sarkar Raj, Amitabh Bachchan si scopre impeccabile e intenso “padrino” cinematografico e accetta ruoli indubbiamente coraggiosi e sperimentali.

* R. Balki. Il suo coraggio e la sua creatività ci hanno regalato un’indimenticabile e smaliziata love story (Cheeni Kum) per non parlarare dell’incredibile Paa.

Ma come non citare i nomi di Sanjay Leela Bhansali e Rituparno Ghosh dopo che ci hanno offerto su un piatto d’argento quelle che considero le due più intense prove d’attore di Big B? I capolavori Black e The Last Lear. Come si fa a non innamorarsi di lui dopo averli visti? Amitabh Bachchan è una di quelle personalità che da sole possono spiegare un irreversibile e maniacale interesse per il cinema indiano.


LA SUA PAGINA TWITTER: Senior Bachchan.



QUALCOS'ALTRO:

Tra i tanti impegni l’intramontabile superstar trova anche il tempo per scrivere nel suo blog.
E’ stato distribuito un interessante libro interamente dedicato alla sua carriera con riproduzioni delle locandine originali che venivano dipinte a mano. Il titolo è "Bachchanalia"; neanche a dirlo introvabile in Italia, potete averne un assaggio nel sito di Osian
La scorsa estate l'intera famiglia Bachchan al fianco di altre star si è esibita live nell'Unforgettable Tour, con tappe in Inghilterra, Canada e Stati Uniti. Fotogallery nel Sito Ufficiale.


BEGINNER’S GUIDE TO BIG B

Quello che consiglierei ad un neofita assoluto: vuoi capire chi è Bachchan? Inizia con questi film.

- BLACK (trailer)
- DEEWAAR (la scena cult della lotta nel garage)
- KAALA PATTHAR (trailer)
- THE LAST LEAR (trailer)
- NISHABD (trailer)
- SARKAR RAJ (trailer)
- SHOLAY (trailer)
- SILSILA (Ye kahaa aa gaya tum)
- ZANJEER (la scena in cui Vijay intimorisce Mala per strapparle il nome del colpevole)




FILMOGRAFIA (tenetevi forte..)

13 marzo 2009

MADHURI DIXIT



Ha conquistato Bollywood con un luminoso sorriso, ha stregato gli spettatori di tutte le età con la sua determinazione e l’eleganza dei suoi movimenti, Madhuri Dixit, la sirena degli anni ’80-'90, agile, solare, forte, ma soprattutto una vera professionista. Chi la conosce sa che è un’artista completa: sa recitare, sa ballare, sa coinvolgere, e possiede una presenza scenica da far impallidire molte delle sue colleghe, seppur più giovani e forse più belle. In Devdas di S. L. Bhansali riesce a sovrastare anche la bellezza angelica e perfetta di Aishwarya Rai, incantando con una perfomance da annotare nei libri di storia.

Ma iniziamo per gradi. Madhuri è nata il 15 maggio del 1967 a Mumbai. Ha studiato danza classica indiana per molti anni, e le sue doti di eccellente performer l’hanno introdotta nel mondo di Bollywood proprio mentre stava per intraprendere gli studi di microbiologia.
Ha iniziato a recitare nel 1984 con il film Abodh, offerto dalla Rajshri Productions; la pellicola si è rivelata un emerito fiasco e la sua carriera sembrava doversi interrompere ancor prima d'iniziare. Fatale l'incontro con Subhash Ghai (regista di Karz, Taal, Pardes) che, impressionato da lei, le affida un canzone nella pellicola Karma. Inspiegabilmente, in fase di revisione finale, il brano interpretato dalla giovane attrice viene tagliato e non comparirà mai nelle sale. Tuttavia Ghai aveva già intuito che la bella Madhuri avrebbe avuto una lunga strada davanti e le promette un ruolo vero e proprio nel suo film successivo, Uttar Dakshin; unica clausola: la ragazza non avrebbe dovuto firmare nessuna pellicola insignificante prima del debutto ufficiale per non rovinare la sua immagine con prodotti deludenti. L'uragano arrivò improvvisamente con Tezaab: il suo ballo nella canzone Ek Do Teen travolse il pubblico presente in tutte le sale del Paese, e grazie al successo del film, Madhuri Dixit, in coppia con Anil Kapoor, si preparava a diventare una vera star.

Il successo continuava a crescere. La diva lavorava contemporaneamente a 5-6 film all’anno producendo regolari successi al botteghino. Dil, pellicola in cui compare al fianco di Aamir Khan, le fa vincere il primo Filmfare Award della sua carriera come Miglior Attrice nel 1990. Nonostante la sua immensa popolarità, Madhuri è abbastanza coraggiosa per lanciarsi in qualsiasi nuovo progetto, semina il panico con un’improvvisa scena esplicita con Vinod Khanna in Dayavan, per poi tornare a vestire i panni della fresca ragazza della porta accanto, o della sofisticata e magnetica regina di cuori. Suadente provocatrice, in Khalnayak, fa innalzare alle stelle il livello ormonale del pubblico con la sua danza intrigante cantando "choli ke peeche kya hai? / cosa si nasconde sotto il top?". Il pubblico impazzisce e la vorrebbe vedere dovunque, non importa se il film è mediocre, purchè lei venga inquadrata; ogni uomo la desidera, ogni donna l’ammira, ogni bambina la imita; nel linguaggio colloquiale viene coniata la frase “dancing like Madhuri Dixit” per commentare qualsiasi azione particolarmente riuscita.

Ma proprio dopo il grande successo di Prem Granth e Hum Aapke hain Kaun, l’attrice incontra una serie di disastrosi flop che spinse i critici a dichiarare ormai conclusa la sua brillante e rapidissima carriera. Madhuri non si scoraggia e tira fuori una grinta mai vista, e invece di lasciarsi indebolire dai media, torna al centro della scena grazie al travolgente blockbuster Dil To Pagal Hai, firmato da Yash Chopra.  In attacco ai critici che l’avevano ormai data per spacciata, l’emozionante discorso finale pronunciato nel ricevere il Filmfare Award nel 1997 come migliore attrice. Cito brevemente le sue parole:
"... Also I would like to dedicate this award to my so-called critics who have been hinting that I should probably pack my bag or something like that .. (mostrando la statuetta) I think THIS is public opinion. Thank you very much...".

Si intervallano blockbuster e flop ma lei resta sulla cresta dell'onda. Non contenta, si abbandona ad un film inconsueto e irrazionale, Gaja Gamini, in cui incarna l’ideale assoluto di femminilità sdoppiandosi nelle sue tante manifestazioni. Certo era prevedibile che questa pellicola un po’ difficile e caotica non riuscisse a sbancare, ma ha emozionato e convinto la critica, riuscendo a mostrare nuovi e inaspettati lati nascosti della star.

Il suo ruolo più famoso arriva nel 2002. E sto parlando della sua trasformazione in Chandramukhi, la sensuale e carismatica cortigiana del Devdas di S. L. Bhansali. Questo stesso personaggio era stato impersonato da svariati nomi nella storia di Bollywood, tra cui Vijayantimala nella versione del 1955 diretta da B. Roy, ma forse nessuna come Madhuri è riuscita a renderle giustizia fino in fondo. Le sue movenze intriganti, i suoi sguardi nella canzone Maar Daala sono già leggenda.
Ma proprio dopo il trionfo di Devdas, il pubblico inaspettatamente si ritrova a soffrire per la sua totale uscita dalle scene: l'attrice, ormai sposata con un medico residente all'estero, preferisce dedicarsi alla famiglia e si trasferisce definitivamente a Denver, in Colorado. Nascono due bambini, Arin e Ryan, e la "Dancing Queen of Bollywood" sembra convertirsi davvero in una perfetta casalinga lasciando un vuoto nel cuore dei suoi milioni di fans.
E poi la sorpresa, la sua scintillante esibizione ai Filmfare Awards nel 2006 ne svela i futuri progetti: Madhuri è pronta a tornare sotto i riflettori con un nuovo lavoro tenuto a lungo top secret. Nell'inverno del 2007 esce finalmente il tanto atteso Aaja Nachle, prodotto dalla casa Yash Raj, colorato contenitore di musiche e danze, palcoscenico perfetto per la diva che si abbandona in assoli spettacolari e ripropone il suo inconfondibile ammiccare con le sopracciglia.  Purtroppo nonostante i promettenti teaser e la presenza di Madhuri Dixit il film non riesce ad imporsi e viene dimenticato in fretta.  Non terribile ma sicuramente al di sotto delle aspettative, Aaja Nachle colleziona recensioni impietose e una tiepida risposta da parte del pubblico, un vero peccato perchè, se fosse stato un grande successo, sono sicura che si sarebbero presentate altre occasioni per rivederla sul grande schermo. Si può forse lasciare nell'oblio di Denver una perla come lei? Assolutamente no.


BEGINNER'S GUIDE TO MADHURI

Quale miglior modo per iniziare a conoscere la Dancing Queen del cinema indiano se non attraverso alcuni dei suoi balli più famosi?
Ecco una selezione dei miei preferiti pescati quà e là dalla sua enorme filmografia:

- Maar Daala (Devdas)
- Aaja Nachle (Aaja Nachle)
- Badi Mushkil (Lajja)
- Kay Sera Sera (Pukar)
- Ek, Do, Teen (Tezaab)
- Dhak Dhak Karne Laga (Beta)
- Sason Ki Maala (Koyla)



FILMOGRAFIA COMPLETA