29 gennaio 2011

SHAMMI KAPOOR




Shamsheraj, in arte Shammi, nacque il 21 ottobre 1931 da una famiglia di eccezionali talenti: i Kapoor. Al termine degli studi entrò nella compagnia teatrale fondata dal padre, il Prithvi Theatre, luogo nel quale mossero i primi passi anche gli altri membri dell’illustre famiglia cinematografica, tra cui il leggendario Raj Kapoor e l’affascinante Shashi.

Dopo il suo debutto al fianco di Chand Usmani in Jeeva Jyoti e un primo film con Madhubala, Rail ka Dibba, Shammi cercò di inserirsi nello star system attraverso drammi in costume come Laila Majnu (in cui recitò al fianco di Nutan) e Shama Parwana (con Suraiya), ma la sua carriera stentava a decollare nonostante la sua bravura e avvenenza. Urgeva un cambiamento e un film in grado di compiere la svolta, e ciò avvenne per mano di Nasir Hussain che lo scelse come protagonista dello spensierato Tumsa Nahin Dekha (1957) seguito da Dil Deke Dekho (1958).

Nel 1955 sposò in segreto la star Geeta Bali vincendo l’avversione della famiglia. L’attrice, già solidamente affermata grazie a film come Albela, Baaz e Jaal, fu anche una valida collaboratrice che ispirò positivamente molte delle sue scelte professionali. Per la prima volta l’immagine di Shammi subì un drastico make-over, ed iniziò ad affacciarsi l’eroe languido e senza freni che trionfò più tardi in Junglee (1961). Cambiarono gli abiti e il linguaggio del corpo, sparirono i baffi e nacque un ciuffo ribelle.
Non soddisfatti del suo abbinamento con attrici già famose e d’impostazione classica, i registi scelsero nuove combinazioni con heroine più adatte ad interpretare ruoli moderni come Asha Parekh, Sharmila Tagore, Saira Banu e Sadhana. Per le scene di danza l’intesa con l’eccentrica Helen divenne pura dinamite, la loro follia esplose in canzoni come “Suku Suku” da Junglee e “Oh Haseena Zulfon Waali“ da Teesri Manzil.  Se Helen incendiava i desideri maschili con i suoi numeri da "item girl", Shammi si definì ironicamente il primo "item boy" della storia. 
Il grido “Yahoo!” da Junglee di Subodh Mukherjee, ha incarnato l'impazienza di una generazione in cerca di una nuova identità, influenzata dall’Occidente e dal rock & roll di Elvis. Shammi divenne un eroe global e al passo coi tempi pur mantenendo nei suoi personaggi una ingenua e verace carica positiva. Il cantante Mohammad Rafi era la sua voce prediletta, l’attore aveva l’abitudine di assistere alle registrazioni per assicurarsi che l’artista incidesse il brano con la stessa enfasi con cui poi lui lo avrebbe portato sul grande schermo.
Shammi non ha mai studiato danza ma ha creato un proprio stile, l’entusiasmo passava avanti alla tecnica, l’istintività aveva la meglio sulla ragione e l’attore poteva abbandonarsi a qualunque esuberanza pur di soddisfare il suo pubblico e trasmettergli energia. L’eroe è virile ma soggiogato dall’attrazione, pronto a gettarsi ai piedi della sua amata corteggiandola senza pause, fino allo sfinimento, seguendola ovunque, la sua perseveranza è ai limiti dello stalking. L’attore si rotola sul cofano di auto in corsa, si lega ad un elicottero, canta sospeso in miracoloso equilibrio su motoscafi, scooter e persino funivie, tutto ciò che può essere immaginato può essere eseguito, anche la fisica fu costretta a rivedere le sue regole mentre lui stava girando un film. In Professor si diletta in buffi travestimenti da anziano e malaticcio tutore, in Tumse accha kaun hai si arrotola tra i fili del telefono, in Kashmir ki Kali compie piroette impossibili per sedurre una deliziosa Sharmila Tagore al suo battesimo bollwoodiano. E' amante lascivo in Rajkumar e ballerino audace nel comedy-thriller SingaporeBudtameez e Janwar (letteralmente “maleducato” e “animale”) riportarono sullo schermo l’approccio aggressivo di Junglee moltiplicando per dieci gli elementi comici e facendo trionfare gli arredi più kitsch.

Shakti Samanta, regista specializzato nel cinema d’intrattenimento, prima di riversare completamente le sue attenzioni su Rajesh Khanna, sfruttò nel modo giusto la personalità scenica di Shammi e gli regalò film ricchi di numeri musicali e out door locations. 
Le pellicole contenevano anche numerose “club scenes”, scene ambientate in locali notturni in cui improvvisamente l’eroe si esibisce in canti o danze d’impronta occidentale (rock, twist o balli latini), con travestimenti strani o esotici, e nei quali vengono coinvolte anche le eroine (come dimenticarsi di Sharmila Tagore hawaiana in An Evening in Paris o Helen versione tribale in Singapore… ). 
Sotto la supervisione di Nasir Hussein, l’uomo che lo lanciò nella seconda fase della sua carriera, nacque poi Teesri Manzil, spettacolare trionfo dell’eccesso, un film unico nel suo genere dove la trama noir viene schiacciata da un’esecuzione pazzesca ed elettrica, all’insegna della totale ebbrezza.

L’ilarità e la sua verve possono apparire insensate, quasi animalesche, i suoi modi sono bruschi e poi come d’incanto principeschi, l’unicità di Shammi è soprattutto la capacità di riuscire ad essere un eroe romantico, un ballerino ribelle e un attore comico al tempo stesso;  l’ironia che lo contraddistingue gli ha permesso di poter far apparire serio un film strampalato, e brioso un film serio. Il cinema indiano grazie al suo contributo aprì le porte ad una maggiore libertà di espressione e il linguaggio del corpo divenne sfrontato e disinibito. 
Dopo il successo di Brahmachari la star abbandonò gradualmente l’immagine del giovane innamorato e iniziò a recitare come attore di supporto accanto ad Amitabh Bachchan (Zameer) e del nipote Rishi Kapoor nelle produzioni RK Prem Rog (1982) e Prem Granth (1996). Si lanciò anche in due avventure da regista, la prima fu Manoranjan (1974), remake di Irma la dolce di Billy Wilder, la seconda Bandalbaaz (1976), ma nessuno dei due titoli riuscì a sfondare.

L’attore ha ricevuto il Lifetime Achievement Award alla cerimonia di assegnazione dei Filmfare nel 1995, degli Zee Cine nel 1999, degli Star Screen Awards nel 2001, degli IIFA nel 2002. La Camera di Commercio indiana lo ha definito una leggenda vivente. Shammi è una personalità amatissima, non solo dagli adulti che sono cresciuti guardando i suoi film ma anche dai bambini che difficilmente resistono alla sua coinvolgente simpatia. Nonostante le sue condizioni di salute altalenanti, la star  non ha rinunciato ad incontrare il pubblico e si è dimostrato fino all'ultimo una persona disponibile e gentile; ringrazio gli organizzatori del Purani Jeans Film Festival e Radio Mirchi Mumbai per avermi dato la possibilità di partecipare allo screening di An Evening in Paris e ricevere insieme ad altri fans l’accoglienza calorosa di uno dei più grandi miti del cinema indiano: Shammi Kapoor, l’icona degli anni ’60, l’effervescente performer, la simpatica Rockstar.

L'attore è scomparso il 14 agosto del 2011. Ricordando Shammi Kapoor. Articolo pubblicato nella sezione news del blog contenente alcuni dei messaggi commemorativi dal mondo dello spettacolo.



BEGINNER’S GUIDE TO SHAMMI KAPOOR

"Chahe koi mujhe junglee kahe".......  (Junglee)
" Govinda Aala Re"...........  (Bluffmaster)
"Oh haseena zulfon wali"… (Teesri manzil)
"Deewana hua badal"…….. (Kashmir ki kali)
"Asman se aaya farishta"......   (An evening in Paris )
"Yamma Yamma".......  (Chinatown)
"Badan pe sitare lapete hue"……. (Prince)


SHAMMI ONLINE :

Il sito personale di Shammi Kapoor
La pagina del suo Fan Club Ufficiale
La sua pagina Twitter, Shamsheraj.
Shammi Kapoor Unplugged: Interviste e memorie.


LETTURE CONSIGLIATE

Shammi Kapoor di Deepa Ghalot , collana The Legends of Indian Cinema, 2008
The Kapoors First Family of Indian Cinema di Madhu Jain, Penguin, 2009



FILMOGRAFIA COMPLETA: